Veduta dell'azienda agricola podere Grecchi.
Veduta dal podere Grecchi del Castello di Soriano nel Cimino (VT).
I filiari del vigneto del podere Grecchi.
L'uva è pronta per essere raccolta.
Il momento della raccolta dell'uva.
Il frutto di oltre 40 anni di esperienza.
L'azienda agricola Podere Grecchi
L’azienda è stata acquistata nel 1973 da Carlo Buzzi. Il nome dell’azienda deriva dalla presenza di un antico insediamento di Greci; successivamente la trascrizione delle carte topografiche ha trasformato il nome grechi in grecchi. Inizialmente l’azienda produceva cereali e nocciole.
Nel 1999 i figli Massimo, perito agrario, e Sergio, appena laureato in Agraria e successivamente in enologia, hanno intrapreso uno studio ben dettagliato del terreno e dell’esposizione e grazie anche al supporto di alcuni docenti dell’Università della Tuscia hanno impiantato i primi due ettari di vigneto.
Negli anni successivi la superficie del vigneto è andata ad aumentare fino ad arrivare a circa 11 ettari.
Nella scelta dei vitigni si sono seguite due strade: la prima sulle varietà legate al territorio (autoctone); la seconda sui vitigni internazionali.
Nel 2005 dalla trasformazione delle uve, nascono due vini rossi DOP: Poggio Ferrone e Santirossi e un bianco IGP: Poggio Grecchi.
Nel 2007 da uve grechetto nasce l’IGP San Silvestro.
Nel 2010 da uve viognier viene prodotto l’Eliandrè (Nome voluto dai due nipoti Elisa e Andrea).
Il 2016 ha visto la prima annata del Sauvignon Blanc ma soprattutto la prima bottiglia di ”Il Fedele” da uve Rossetto (o Trebbiano Giallo).
Il Fedele è frutto di un attento studio su vecchie viti trovate in un vigneto vicino all’azienda.
Ad oggi l’azienda Podere Grecchi è l’unica che produce Rossetto su terreno calcareo argilloso.
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Ripercorriamo insieme le varie fasi della produzione del vino, ma poi dobbiamo andare più nel dettaglio, individuando le differenze tra vinificazione in rosso e vinificazione in bianco.
Dopo la vendemmia, le uve raccolte vengono portate nella cantina dove vengono diraspate e pigiate.
La pigiatura è la fase in cui avviene la rottura meccanica dell’acino; questa non deve essere troppo aggressiva in quanto comporterebbe un’ossidazione troppo elevata del mosto.
Da questo momento l’uva bianca ormai pigiata, sarà lavorata in riduzione, cioè si cercherà di evitare le ossidazioni. La successiva fase della vinificazione in bianco comporta la messa in vasca del pigiato in un ambiente saturo di anidride carbonica e a temperatura intorno a 8 C°.
Questo processo ha il nome di criomacerazione e ha lo scopo di fare estrarre i profumi primari dalle bucce.
Dopo 24 ore il mosto viene fatto sgrondare per caduta e immesso in un’altra vasca a temperatura controllata per la fermentazione.
Nel caso della vinificazione in rosso, dopo la diraspatura e la pigiatura, la massa viene immessa nei fermentatori. In questa vinificazione le bucce rimangono con il mosto per tutto il periodo della fermentazione.
In tale fase, per favorire l’estrazione del colore, vengono eseguiti i rimontaggi e le follature, che servono ad estrarre le sostanze contenute nelle bucce in particolar modo i polifenoli.
La durata della macerazione è influenzata dal tipo di vino che si vuole ottenere: sarà breve per i vini destinati ad una pronta commercializzazione, più lunga nel caso di vini da invecchiamento.